Mela Rosa

Un progetto nato dalla sinergia fra il Sindaco di Monte San Martino e Selfglobe

Chi Siamo

Mela rosa è un progetto nato dalla sinergia fra il Sindaco di Monte San Martino e Selfglobe

Sui Monti Sibillini, tra le colline della valle del fiume Tenna e il blu del Mare Adriatico all’orizzonte, si trova Monte San Martino: un piccolo borgo a 603 metri sul livello del mare, scrigno di tesori paesaggistici, architettonici ed enogastronomici.

In questa splendida cornice sorge Self Globe, azienda giovane e dinamica guidata dal desiderio di contribuire allo sviluppo di una nuova visione dell’agroalimentare basata sul principio della piena autonomia del piccolo produttore locale.

E’ dalla sinergia e dal lavoro condiviso fra l’Istituzione comunale, il Sindaco di Monte San Martino Matteo Pompei, e i responsabili del progetto all’interno di Self Globe che nasce Mela Rosa Shop.
Una vetrina per la vendita dei prodotti tipici territoriali di un gruppo di aziende locali.
Il punto vendita, allestito nel centro storico, verrà supportato da una piattaforma dedicata alla commercializzazione online per permettere, anche a chi non è del luogo, di entrare in contatto con tradizioni, specialità culinarie e strepitose esperienze di gusto.

Dove c’è un artigiano del gusto, arriva Maia.

Un concetto nuovo, questo, promosso e garantito da MAIA, brand innovativo e rivoluzionario creato proprio da Self Globe.

MAIA è un format, un moderno concetto d’impresa che vuole valorizzare e dare visibilità ai prodotti tipici dei singoli territori promuovendone la diffusione su un mercato internazionale. Mela Rosa Shop, affiliata MAIA, avrà la possibilità di entrare a far parte di un network globale e consentirà ai piccoli produttori che prenderanno parte al progetto, di sviluppare relazioni commerciali e importanti partnership con gli altri MAIA presenti in Italia e nel mondo.

La mela rosa, detta anche mela marchigiana, è un frutto autoctono tipico della Comunità montana dei Monti Sibillini. Il nome deriva sia dal colore delle striature rosso-vinose che si sovrappongono al verde intenso e diffuso del frutto ancora acerbo, che dal profumo di rosa che emanano le infiorescenze.

La mela rosa si consuma fresca o cotta, alla brace ma anche al forno. Può essere impiegata come ripieno per alcune preparazioni dolciarie o trasformata in mostarda o macinato di frutta per accompagnare piatti di carne in cucina.

Opera di Bartolomeo Bimbi del 1696.
La mela rosa è nominata al n. 11 dell’elenco dipinto dall’artista. Credits

Un po' di Storia

Ma la mela rosa, quanti anni ha?

Rientra nella categoria dei “frutti antichi” dell’entroterra marchigiano. Il primo a nominarle è stato Quinto Orazio Flacco che, in una delle sue Satire, ha paragonato le mele rosa a quelle tivolesi.

Cosa scrive? Che sono meno belle ma che hanno un sapore decisamente migliore.
Ecco quindi che le notizie certe dell’esistenza di questo frutto si associano all’epoca romana.
Note anche al tempo della famiglia Medici; compaiono, poi, tra gli argomenti delle attività rurali nell’Italia dell’agronomo Vincenzo Tanara nel 1649. Fra il XVII ed il XVIII secolo vengono persino dipinte nei temi pittorici di Bartolomeo Bimbi, con cura nelle denominazioni varietali.

La sua peculiarità principale è la conservazione per lunghi periodi di tempo. Quelle raccolte a ottobre, per esempio, possono essere consumate anche durante i primi mesi dell’anno successivo.
Questa loro serbevolezza le rendeva, un tempo, un frutto prezioso e ricercato.
Oggi, pur essendo molto buone e particolarmente gustose, risultano poco appariscenti e, per questo, non riescono a competere con le mele moderne presenti sul mercato, più grandi, regolari e dai colori brillanti.

Dopo essere stata quasi completamente abbandonata, la mela rosa viene attualmente coltivata negli orti e nei piccoli frutteti famigliari nelle zone dei Monti Sibillini. Sono tornate in coltura, grazie al lavoro della Comunità Montana dei Sibillini, che ha reintrodotto sul territorio gli ecotipi conservati dall'Assam (Agenzia Servizi Settore Agroalimentare delle Marche).

Questo frutto ha un’importante carta da giocare sul mercato: è assolutamente sano e prodotto seguendo un preciso disciplinare che individua l’area di produzione, ne garantisce la qualità e prevede tecniche di coltivazione ecocompatibili.
La Regione Marche – Assessorato Agricoltura e dalla Comunità Montana dei Sibillini – sostiene perfino un Presidio Slow Food per le mele rosa dei Monti Sibillini che è stato istituito nel 2000.
I produttori del Presidio sono riuniti nell’Associazione produttori Mele Rosa dei Monti Sibillini che si adoperano per avere una maggiore incentivazione e tutela, per raggiungere una adeguata commercializzazione e remunerazione e per un’efficace promozione. L’associazione deve inoltre servire come importante anello di collegamento tra consumatori, punti vendita, ristoratori interessati all’acquisto e i piccoli produttori in modo da favorire concentrazione dell’offerta e vendita diretta.

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